mercoledì 12 marzo 2008

INCENERITORE AD ALBANO ? ANCHE NO !

Mobilitazione contro l'inceneritore di Albano

La mobilitazione contro la costruzione di un ennesimo “termodistruttore” nell’area di Roncigliano si costituirà in manifestazione il prossimo 15 Marzo.
Il corteo partirà alle ore 15 da Piazza Mazzini ad Albano.
La popolazione rivendica il diritto a partecipare alle scelte politiche riguardanti i beni comuni. L’impegno nasce da una necessità, da un’esigenza, da un’urgenza.La costruzione dell’impianto in questione rappresenta un eclatante caso di speculazione a danno dell’ambiente, un tentativo di strumentalizzare l’allarme “emergenza rifiuti” accentuatosi in seguito ai fatti del napoletano.L’inceneritore, la cui costruzione costerebbe 400 milioni di euro ai contribuenti, ridurrebbe in ceneri altamente tossiche solo ed esclusivamente quella parte dei rifiuti, come la plastica, la gomma, la carta o il legno, più propriamente riciclabili. Il resto della spazzatura finirebbe comunque in discarica, palesando il fatto che la costruzione dell’impianto non sarebbe utile a far fronte al problema della mole dei rifiuti.
La raccolta differenziata diverrebbe funzionale agli impianti di incenerimento anziché a quelli di riciclaggio, comportando il fallimento del progetto di riutilizzo dei materiali.Gli inceneritori non distruggono i rifiuti ma li trasformano in ceneri, scorie ed emissioni tossiche. Il processo di smaltimento implica il rilascio nell’ambiente di numerosi composti inquinanti, sia in forma solida che gassosa. Contamina il suolo, l’aria, l’acqua. Il processo di incenerimento richiede il dispendio di grandi quantità d’acqua, sottratta alle falde acquifere e restituita alterata al territorio. Immette nell’aria circostante agenti inquinanti, nanoparticelle cancerogene impossibili da filtrare, ossido di carbonio, diossine e anidride solforosa: sostanze estremamente persistenti e bioaccumulabili. Produce ceneri altamente tossiche che necessitano la costruzione di discariche speciali. Gli inceneritori non risolvono dunque il problema dei rifiuti, piuttosto moltiplicano la pericolosità e le difficoltà di smaltimento degli stessi con un’ impatto negativo sulla salute pubblica e le condizioni dell’ambiente.
L’Unione Europea ha diffidato l’Italia dall’utilizzare per questo genere di impianti il termine “termovalorizzatore” poiché dissipa più energia di quanta riesca a produrne. In Italia la costruzione degli inceneritori è stata incentivata e direttamente alimentata dai fondi pubblici destinati alle energie rinnovabili (Cip6), si è trattato di un raggiro legislativo e una volta divenuto pubblico il governo è stato costretto a bloccare i suddetti finanziamenti, limitandone l’erogazione ai soli impianti in costruzione. Nella finanziaria 2007/2008 il sovvenzionamento pubblico è stato però esteso anche a tutti quegli impianti solo approvati a livello progettuale, cosi come per quello di Albano.
La bieca logica del profitto ha così la meglio sul bene comune. Manca un concreto interessamento da parte del governo e delle amministrazioni locali.Davanti a tanto disinteresse, sono i cittadini a dare le vere soluzioni al problema immondizia: la soluzione del coordinamento propone un sistema che garantisce un recupero dei rifiuti del 100% senza l'uso di processi “a caldo”. Questa si compone di compostaggio domestico e industriale, raccolta differenziata porta a porta, smaltimento dei prodotti residui attraverso il trattamento meccanico biologico a freddo (Tmb) e naturalmente un' attenta riduzione dei rifiuti ed un riuso dei materiali. È necessario uscire dal sistema del consumo, avviare una corretta politica dei materiali, promuovere uno stile di vita ecologicamente sostenibile.Spontaneamente, dal basso, nascono forme di aggregazione locali, i cittadini reclamano il diritto alla propria cittadinanza, rivendicano uno spazio di partecipazione politica alle scelte riguardanti la propria vita, il proprio territorio.
Il coordinamento contro l’inceneritore di Albano somma la propria alle voci della protesta e partecipa insieme ai vari coordinamenti cittadini e alle altre realtà territoriali del Lazio all’esperienza di una Rete di Mutuo Soccorso Regionale.Trade d’union delle varie lotte è la difesa dei beni comuni, del tessuto sociale, del territorio, dell’ambiente. L’esigenza è quella di costruire un percorso comune di movimento, di partecipare alla creazione di un discorso che includa e tuteli i cittadini dai poteri forti, contribuendo all’analisi delle dinamiche che si istaurano tra i vari livelli del fare politica.
Rossella Anitori

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