sabato 14 giugno 2008

SERVADIO COME CESARONI


Il Parco è di tutti, gli interessi di pochi …

Dopo più di quattro ore di discussione durante le quali si sono cimentati oratori per tutti i gusti che hanno ad arte dimenticato di citare la sentenza del T.A.R. del Lazio del 2000 e che, oltre all’area del Parco stesso, esiste un’Area Contigua, nulla cambia rispetto alla precedente amministrazione. Solo tanta confusione per ritrovarsi al punto di partenza.
Il furbesco tentativo per giustificare eventuali incaute promesse professionali di condono edilizio che mai potranno essere approvate per una serie di normative precedenti l’istituzione del Parco, addossando infine a quest’ultimo la colpa di tutti i mali, è andato in porto.
Alla fine del Consiglio Comunale Straordinario viene votato un ordine del giorno che chiede di verificare la possibilità di arretrare la perimetrazione del Parco sulla cresta. Con una maldestra prova di diplomazia politica dal risultato risibile e solo per un voto di scarto, non passa la mozione della Sinistra Arcobaleno nella quale si cita il limite dell’area tutelata deciso dal Commissario Arch. Ravaldini e di cui non se ne chiedeva affatto l'arretramento. Un atteggiamento non chiaro che non accontenta nessuno ed evidenzia che, al di là del programma elettorale, esistono altri "programmi" non scritti. Il risultato è comunque il solito, da quasi vent'anni e non si riesce ad evolvere nel pensiero e nell'atteggiamento che si deve avere verso l'ambiente come se in questi anni, nulla fosse successo.
Resta comunque il fatto che il Comune di Velletri può esprimere un’opinione sulla perimetrazione ma dovrà poi attenersi al parere della Regione.
La normativa in vigore sancisce che il confine del Parco comprende l’area boscata delle falde sud del Monte Artemisio dal 1998, come ribadito lo scorso anno dall’Ente Parco.
E’ tempo comunque che si guardi finalmente al Parco Regionale dei Castelli Romani ed alle aree tutelate in generale, come un’occasione di sviluppo compatibile con l’ambiente piuttosto che di restrizioni e divieti. Uno sviluppo che privilegi l’agricoltura di qualità ed il turismo culturale e naturalistico di cui il nostro territorio è ricco.
Le più o meno velate giustificazioni di un abusivismo selvaggio ci fanno inorridire. Ben venga la legalità e ben vengano le demolizioni attese da troppo tempo. E' ora che si parli non solo di accettare un parco fin'ora negato ma che si dia il via al recupero di aree degradate e compromesse proprio da quell'abusivismo senza regole e colori che ha e sta ancora devastando tutto il territorio nazionale. Bene ha fatto il Parco ad acquistare 10 ettari di bosco. E' nostra intenzione verificare la possibilità di acquisire altre aree attraverso sottoscrizioni popolari determinando così una sorta di "azionariato ambientalista".
La Spinosa per l’Ambiente
Anche su controluce.it http://www.controluce.it/node/5047

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