venerdì 8 agosto 2008

Per non dimenticare il Tibet


A tutti coloro che non hanno ancora perso la capacità di “scandalizzarsi”

di Flavio Lotti Coordinatore nazionale della Tavola della pace

Perugia, 30 luglio 2008

Non basta certo sventolare una bandiera per fermare le tante violazioni dei diritti umani che ci sono nel mondo. A quello servirebbe l’impegno costante di governi e istituzioni credibili. Ma fintantoché i governi e la politica continueranno a ignorare, a calpestare e a strumentalizzare i diritti umani ci sarà bisogno dell’impegno di tutte le donne e gli uomini di buona volontà. Ecco il perché di una proposta e di un gesto semplice: appendere alla finestra di casa la bandiera dei diritti umani. Un gesto alla portata di tutti coloro che non hanno ancora perso la capacità di “scandalizzarsi”. Io sono davvero scandalizzato per il modo in cui i governi trattano i diritti umani. La vicenda delle Olimpiadi e della violenta repressione della rivolta tibetana del 14 marzo è eloquente: per i governi vengono prima gli affari e poi i diritti umani. Vi ricordate le contestazioni occidentali? Le minacce dei governi di boicottare le Olimpiadi? Aria fritta. La Cina è una potenza economica troppo rilevante per essere trascinata sul banco degli imputati. E poi, Olimpiadi vuol dire affari per 42 miliardi di dollari. Una cifra da brivido. Ben quaranta aziende italiane hanno già arraffato un pezzo della torta. Nei giorni scorsi persino il New York Times ha messo il dito sulla piaga ricordando che per conseguire il diritto a ospitare le Olimpiadi, la Cina aveva promesso di migliorare gli standard riguardanti la libertà di stampa e il rispetto dei diritti umani. "Non sapremo mai – aggiunge l'editoriale – se i leader cinesi intendessero mantenere la parola data. Quello che sappiamo è che il Comitato Olimpico Internazionale, le aziende sponsor dell'evento e i governi degli altri paesi avrebbero dovuto chiedere alla Cina di mantenere i propri impegni. Non l'hanno fatto e le autorità cinesi hanno letto il loro silenzio come complicità".




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