sabato 31 gennaio 2009

38 MORTI IN UNA STAGIONE VENATORIA !

LAC - Newsletter 1381 - 31 gennaio 2009

38 MORTI IN UN ANNO PER LA CACCIA

Termina il 31 gennaio la stagione venatoria 2008-2009. Come al solito vi è stata una sequenza impressionante di fatti di sangue o altri incidenti di caccia: 36 morti e 71 feriti per episodi correlati all’impiego di armi da caccia o all’esercizio venatorio (circa la metà nel corso di battute di caccia al cinghiale); 2 morti e 6 feriti tra gente comune coinvolta ,anche se non stava praticando la caccia. In totale 38 morti e 79 feriti. Anche l’alto numero di cacciatori colpiti da infarto nella zone di caccia, mentre vagavano con armi cariche, dimostra la frettolosità degli esami medici per il rinnovo delle licenze, e l’inadeguatezza del Decreto del Ministero Sanità del 28/4/1998 sui requisiti psicofisici per esercitare la caccia, che nulla prescrivono o vietano in caso di malattie cardiovascolari. L’insufficienza dell’attività di vigilanza non riesce ancora a contrastare alcune importanti sacche di bracconaggio, come nella provincia di Brescia, nei laghi costieri pugliesi, in Sardegna e nelle lagune venete, compreso in special modo il Delta del Po, nelle piccole isole tirreniche e siciliane, ove imperversa l’abbattimento di specie protette, il mancato rispetto dei limiti di carniere, l’impiego di mezzi non consentiti (come trappole, lacci, uso di richiami acustici a funzionamento elettromagnetico). Ancora inattuato dalle Regioni il divieto di impiego di pallini di piombo nella caccia in zone umide, previsto dalla legge 66/2006 in applicazione del trattato AEWA. Sono sempre in corso due ulteriori procedure di infrazione comunitaria, avviate dalla Commissione UE, su violazioni da parte di 13 Regioni della Direttiva 79/409 CEE sulla protezione degli uccelli selvatici, per la caccia in deroga a specie protette (come fringuelli, peppole, passeri). Nel frattempo in Commissione Territorio/Ambiente del Senato si sta elaborando il testo unificato di una decina di proposte di deregulation (quasi tutte del PDL), per aumentare i periodi di caccia, depenalizzare sia l’uccisione di specie protette, sia l’uso dei bocconi avvelenati e lo sparo dagli autoveicoli, e per incrementare la mobilità interregionale dei cacciatori di animali migratori. Tali proposte prevedono anche il permesso ai minorenni di andare a caccia e la limitazione della vigilanza venatoria alle sole zone protette, così che gran parte degli atti di bracconaggio resterà impunita
(Lega Abolizione Caccia, Ufficio Stampa, 30 gennaio).

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