venerdì 7 agosto 2009

Contro il Parco dei Castelli Romani, i caccia-costruttori alla riscossa !




Rieccoli. Minacciosi e agguerriti portano avanti le vecchie e retrive teorie del “Carrozzone” e del “furto di territorio”. Ormai non ci crede più nessuno … neanche loro. Ma tant’è. E’ il gioco delle parti di chi, dietro a discorsi vecchi, difende i propri interessi personali e la sua “onorabilità” professionale.
Su qualche settimanale locale i caccia - costruttori si sparano le ultime cartucce e, tra un italiano stentato ed affermazioni alla Azzeccagarbugli, si giocano l’ultima manche. Faremo un’altra manifestazione, usciremo dal Parco …. ! Tuonano imbufaliti. Ed intanto si continuano a diffondere terroristiche notizie sul cosa accadrà dopo: vi toglieranno le case, non potrete più coltivare l’orto né raccogliere la cicoria, per non parlare delle galline ! A tali fantasie ne suggeriamo una in voga in altri parchi: gli ambientalisti paracaduteranno centinaia di vipere per incrementare il numero dei rapaci. In alternativa alle vipere si possono utilizzare i cinghiali. Entrambi verranno dotati di baschi, mimetica, armi anticarro ed attrezzatura da combattimento ad infrarossi. Sia vipere che cinghiali saranno coperti da un fuoco di sbarramento proveniente direttamente da Villa Barattolo.
Perdonateci la battuta, vorremmo essere più seri e concreti ma, quando i discorsi sono di un certo tenore, dateci la licenza di sorridere un po’ !
In conclusione, nonostante la “oceanica” manifestazione territoriale del 4 luglio, il Piano d’Assetto è ormai passato ed ha incassato nonostante le prescrizioni, il parere favorevole della comunità dei sindaci (organo consultivo dell’Ente Parco). Finalmente una nuova stagione si affaccia su Velletri e su tutto il territorio del vulcano laziale, un’occasione che non dobbiamo farci scappare e dovremmo essere capaci di utilizzare con l’aiuto del Parco stesso che attraverso progetti specifici, riesce ad attingere ai fondi europei dando così qualità e servizi al nostro territorio. Un nuovo volano dell’economia che non si basa più su cemento ed asfalto ma su bellezza e paesaggio, su natura e storia, su turismo e agricoltura di qualità. Questo sarà il nostro biglietto da visita, questo è il nostro futuro che passa attraverso la tutela di un territorio che si può ancora salvare.

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