domenica 2 dicembre 2012

A colpi di cemento armato


Continua l’assalto alla città a suon di accordi di programma, vendite di terreni comunali ed edificazioni abusive. Il Bene Comune rimane per alcuni solo un mero slogan elettorale ed i cittadini pagano lo scotto infinito di amministrazioni scellerate che dilapidano prima e svendono poi un territorio ormai al collasso che ha ormai solo un vago ricordo delle sue millenarie Tradizioni culturali e agricole.
La Rete dei Beni Comuni Raffaele Marchetti sta cercando di opporsi in ogni modo a questo sfacelo e lo scorso 16 novembre grazie all’incontro pubblico “Quale Territorio” molti argomenti sono stati affrontati ed è lampante che le giustificazioni addotte dai cementifica tori “loro malgrado”, sono soltanto scuse. C’è un altro modo di gestire il Territorio e di certo un PRG disegnato a macchia di leopardo evidenzia più che una sana politica, un modo malamente celato di quietanzare cambiali elettorali.
Nell’incontro citato abbiamo avuto la partecipazione di due noti professionisti del settore: l’Ing. Paolo Berdini e l’Arch. Fabrizio Pistolesi. Di quest’ultimo vogliamo riportare qui di seguito alcuni punti sostanziali della lettera che lo stesso ha inviato all’amministrazione comunale di Velletri in merito all’area ex Co.Pro.Vi. ed al progetto in essere.
·        “Alcuni numeri per capire: in essa (la Variante al P.R.G. n.d.r.) si presumeva una popolazione di 74.349 abitanti totali al 2010, a fronte dei poco più di 53.000 residenti attuali. Venne calcolata una capacità residenziale all’interno dei nuclei abusivi di 12.273 abitanti e tale dato fu usato nel dimensionamento del piano. In realtà l’abusivismo era ed è ben più rilevante. Con riferimento alla base cartografica del 2001 vennero perimetrati 251 nuclei abusivi, di cui poi soltanto 123 inseriti nella Variante, e rilevati 7.319.765 metri cubi per la destinazione residenziale pari a circa 73.198 abitanti in essi insediabili. Il fatto poi che Velletri venga citata nei recenti libri e articoli, sulla stampa nazionale, come esempio negativo per la presenza di circa 4.000 immobili fantasma, nascosti al catasto e al fisco, fa capire che il problema, non solo è sottostimato, ma è ancora in atto e lungi dall’essere risolto.”
·        “A fronte di un patrimonio edilizio esistente così esuberante rispetto alle reali necessità e di un altrettanto ragguardevole ampliamento di cubatura già previsto nella Variante e solo in minima parte realizzato, perché in un’area così delicata come quella dell’ex Co.Pro.Vi., dove già i manufatti esistenti possono essere quasi raddoppiati, grazie alla generosa concessione della Variante, si ritiene oggi strategico ed utile alla collettività l’elargizione di ulteriori 10.605 metri cubi ?”
·        “ … il tombamento del tracciato ferroviario …. permette al privato il reperimento degli standard urbanistici altrimenti problematico in un’area di soli mq. 18.724?”
Questi alcuni dati ed alcuni interrogativi ai quali l’amministrazione comunale non ha mai dato risposta. Nel frattempo si continua a costruire, anche al di fuori della legge.
Rete Beni Comuni Raffaele Marchetti

Qui di seguito il documento integrale dell'arch. Fabrizio Pistolesi

Urbanistica partecipata, ossimoro veliterno.
Sto seguendo con attenzione il dibattito sull’accordo di programma riguardante l’area dell’ex CoProVi ed in particolare le affermazioni dell’assessore all’urbanistica Orlando Pocci e della sua entusiastica aspettativa per la riqualificazione dell’area e per il miglioramento del traffico, particolarmente caotico in quella zona. L’assessore, che ritengo persona corretta e in buona fede, ha in varie sedi segnalato: “il rispetto del Piano regolatore generale e l’uso di strumenti in deroga alla pianificazione generale, con coinvolgimento pubblico- privato ai quali molti Comuni, tra cui Roma, fanno ricorso spesso per portare benefici per la città e i cittadini”.
Capisco che l’argomento non sia di facile comprensione per i non addetti ai lavori, e quindi mi permetto di fare alcune semplici considerazioni sia rispetto al metodo che al merito.
Inizio dal merito:
Come si può affermare che uno strumento nato per andare in deroga ai piani urbanistici possa rispettare il P.R.G.? L’articolo cita correttamente la cubatura realizzabile con l’accordo di programma in 55.718 metri cubi di cui 29.050 commerciali e 26.668 residenziali. La vigente Variante Generale al P.R.G. attribuisce, a detta area una cubatura realizzabile già eccessiva di mc. 44.573 in sostituzione degli esistenti mc. 27.073, su una superficie di appena 18.724 metri quadrati.
E’ vero che altri comuni, tra cui quello di Roma, fanno ricorso a volte -fortunatamente non così spesso- all’uso di programmi complessi, nel quale ambito ricadono gli accordi di programma, ma tale impiego viene limitato esclusivamente a condizioni di particolare interesse pubblico e sempre con riferimento a un quadro d'insieme di opere, contenute in un documento programmatico che disegna e individua le tappe di sviluppo futuro della città: un Piano Strategico, senza il quale necessariamente viene a perdersi il controllo nell’azione di governo del territorio.
L’assessore, nel suo intervento nel Consiglio Comunale del 24 aprile scorso - che ho potuto vedere in streaming, senza filtri o opinioni di parte, grazie al servizio messo a disposizione dal gruppo veliterno degli “Amici di Beppe Grillo” sul loro sito internet- ha fatto riferimento alla Delibera di Consiglio Comunale che stabilisce le linee e i criteri per l’attuazione dei Programmi Complessi nel Comune di Velletri ai quali l’accordo si conforma.
Non ha detto invece che tale delibera risalga ormai al 26 marzo 2003 e venne concepita su input dell’assessore Favale, con presupposti totalmente differenti dagli attuali. In quel momento era vigente il P.R.G. del 1976 e risultava adottata la Variante Generale al P.R.G. che venne poi approvata nell’anno 2006. In quel regime, qualsiasi progetto doveva rispettare la condizione più restrittiva tra i due strumenti urbanistici, presupposto che rendeva allora irrealizzabile la quasi totalità delle opere, dando ragionevolezza all’atto. Ciononostante quella delibera venne contrastata in modo vivace, fino al voto contrario in Consiglio da parte di Costanzi, Cugini, Ciafrei, Leoni, Pocci, Rossi, Felici e Guglielmi, molti dei quali ora, non solo la ritengono congrua, ma la utilizzano per i propri obiettivi, trascurandone però i presupposti che prevedevano di: “ avviare un insieme organico, coordinato e concreto di interventi, ... non più a pioggia o in forme discontinue, bensì coinvolgendo la capacità di investimento dei privati in assoluta trasparenza, anche attraverso strumenti di evidenza pubblica e a mezzo di specifici bandi” (estratto della delibera).
Da poco tempo la Variante al P.R.G. ha compiutamente sviluppato il suo iter, con l’approvazione definitiva delle tavole, stabilendo dove debbano essere realizzate le nuove cubature, con quale destinazione e in quale misura. Qualsiasi stravolgimento di equilibri già precari, porterebbe ad annullare la funzionalità del piano, atteso che, come ammesso dall’assessore Pocci, parecchie delle cubature previste non hanno avuto finora realizzazione per le colpevoli lungaggini dell’amministrazione nell’approvazione di piani di dettaglio, come ad esempio il Piano del Commercio. Equilibri precari perché la Variante di P.R.G., progettata da tecnici estranei al territorio e incaricati con la logica della spartizione politica, è stata artatamente sovradimensionata con previsioni di incremento demografico dimostratamente errate.
Alcuni numeri per capire: in essa si presumeva una popolazione di 74.349 abitanti totali al 2010, a fronte dei poco più di 53.000 residenti attuali. Venne calcolata una capacità residenziale all’interno dei nuclei abusivi di 12.273 abitanti e tale dato fu usato nel dimensionamento del piano. In realtà l’abusivismo era, ed è, ben più rilevante. Con riferimento alla base cartografica del 2001 vennero perimetrati 251 nuclei abusivi, di cui poi soltanto 123 inseriti nella Variante, e rilevati 7.319.765 metri cubi per la sola destinazione residenziale pari a circa 73.198 abitanti in essi insediabili. Il fatto poi che Velletri venga citata nei recenti libri e articoli, sulla stampa nazionale, come esempio negativo per la presenza di circa 4.000 immobili fantasma, nascosti al catasto e al fisco, fa capire che il problema, non solo è stato sottostimato, ma è ancora in atto e lungi dall’essere risolto.
Viene quindi da chiedersi:
a fronte di un patrimonio edilizio esistente così esuberante rispetto alle reali necessità e di un altrettanto ragguardevole ampliamento di cubatura già previsto nella Variante e solo in minima parte realizzato, perché in un’area così delicata come quella dell’ex Co.Pro.Vi , dove già i manufatti esistenti possono essere quasi raddoppiati, grazie alla generosa concessione della Variante, si ritiene oggi strategico e utile alla collettività l’elargizione di ulteriori 10.605 metri cubi? Nessuno ha pensato, né allora né ora, che in quell’area così vicina a scuole di ogni ordine e grado, dirimpetto alla caserma Salvo D’Acquisto, fiore all’occhiello della nostra città, così problematica per il traffico nelle ore di punta, invece dell’ennesimo supermercato, centro commerciale e la bellezza di 120 nuovi appartamenti, potesse invece trovare luogo un auditorium, un centro culturale e associativo di cui la città è priva da sempre?
La politica miope del “palazzinaro” che con gli oneri concessori rimpingua le casse del Comune, se perpetrata non provocherà, come purtroppo sta già avvenendo in realtà urbane a noi vicine, il graduale abbandono degli immobili già esistenti nel centro storico e fuori, visto che costruire il nuovo costa molto meno che ristrutturare, con ulteriore spreco di suolo e perdita di qualità, sicurezza e valore del patrimonio edilizio esistente?
E ancora, l’opera di bonifica con il tombamento del tracciato ferroviario antistante il campo sportivo, che dovrebbe riguardare le ferrovie dello stato, è così strategica e indispensabile per lo sviluppo futuro di quel brano di città, tanto da imporre qualsiasi sacrificio, oppure permette al privato il reperimento degli standard urbanistici altrimenti problematico in un’area di soli mq. 18.724?
Tutto ciò non è dato sapere, perché alla nostra politica non interessa ispezionare gli scenari possibili del territorio, lavorare in sinergia e ragionarne con i cittadini, i professionisti, le associazioni e le imprese sui futuri probabili e sui futuri auspicabili. Preferisce decidere autonomamente, in nome di una rappresentanza fittizia, senza neanche attendere i risultati delle sue commissioni consiliari, sperando poi nell’indifferenza.
Riguardo al metodo
Il rapporto tra urbanistica e politica vede quasi sempre piegarsi la prima ai bisogni e alle volontà della seconda non riuscendo in maniera corretta a programmare il futuro della città e della comunità che in essa vive. In questo intreccio dove viene relegata la democrazia? L’urbanistica partecipata di cui tanto ci si è riempita la bocca anche a Velletri, nell’ultima campagna elettorale, è qualcosa di realizzabile soltanto in alcune “isole felici” in cui amministrazioni illuminate riescono a capire e interpretare i fabbisogni reali di sviluppo della città in maniera condivisa, compatibile e sostenibile?
La comunità dovrebbe di diritto essere coinvolta nelle azioni che regolano e amministrano le trasformazioni fisiche e funzionali del territorio in cui vive. Programmare lo sviluppo della città con l’urbanistica significa programmare il futuro della comunità, con scelte quasi sempre definitive, che condizioneranno, nel bene o nel male la qualità della vita delle generazioni future.
La partecipazione è quindi il presupposto della democrazia nei processi urbanistici.
Viene da chiedersi perché, dati alla mano, non si attiva anche da parte dei media una consultazione pubblica per capire se questo è il “modus operandi” che i cittadini chiedono alla politica che dice di rappresentarli. Non sarebbe prioritario, prima di imbarcarsi in scelte così importanti e irreversibili, discutere di un progetto complessivo di riqualificazione di una città che ormai è quasi invivibile per il traffico, la mancanza congenita di servizi, l’assoluta assenza di offerta culturale e attrazione turistica? Non dovremmo in maniera preminente puntare sui pochi “gioielli di famiglia” finora salvaguardati dalla speculazione, come l’area dell’ex mattatoio, i conventi di San Francesco e del Carmine,l’area a parcheggio sotto l’ospedale, l’ex carcere e forse, perché no, le aree artigianali dismesse per stimolare un effettivo, graduale recupero del centro storico e della periferia?
Mi accorgo di aver impropriamente citato le aree artigianali in un comune in cui, l’artigiano per dare ricovero alla propria attività deve ricorrere o all’abusivismo, o al patto delle colline romane, oppure trasferire la propria attività a Cisterna, a Genzano o a Pavona, come già hanno fatto molti, nell’indifferenza congenita della politica.
Silvano Bassetti, architetto e assessore all’urbanistica di Bolzano, in un suo articolo del 2004 “L’urbanistica partecipata: ossimoro o tautologia?” scriveva: “la partecipazione è un esercizio complesso di democrazia reale. Non ce la regala nessuno e non è un optional. Va costruita pazientemente sulla conoscenza, sulla responsabilità, sulla distinzione dei ruoli, sulla trasparenza. Per quanto mi riguarda l’urbanistica partecipata è una fatica su cui mi sento di rinnovare il mio impegno”.
Ma Bolzano è dall’altra parte dell’Italia rispetto a Velletri.
Fabrizio Pistolesi

sabato 1 dicembre 2012

La mattanza del Mattatoio


Nel programma elettorale dell’attuale giunta c’era il recupero dell’ex Mattatoio a fini pubblici: un’idea non nuova, già presente nel programma elettorale di Ciafrei, negli anni ’90. Un’ottima idea, quella di destinare un bene pubblico a fini culturali e di recuperare in modo utile un edificio storico. Ci eravamo illusi che si potesse attuare in piccolo l’operazione urbanistica realizzata a Bologna, dove l’ex macello è stato destinato a spazi per la didattica e la ricerca; certo nel capoluogo emiliano c’è stato un intervento articolato e complesso attraverso l’architettura, che riesce a stabilire senso e adeguatezza agli elementi urbani e a ristabilire una lettura storica della città. Ma siamo a Velletri e qui si pensa, secondo le notizie riportate dalla stampa locale, di demolire e ricostruire il manufatto per farne un supermercato e appartamenti.
Nel recente convegno organizzato dalla Rete dei Beni Comuni "Raffaele Marchetti" del 16 novembre abbiamo rilevato che a Velletri esistono abitazioni sufficienti per 80.000 abitanti a fronte di una popolazione di poco più di 50.000: questa nostra affermazione, supportata da interventi di tecnici del settore, non è stata confutata da nessuno, in nessuna sede. Eppure dalle notizie riportate dai settimanali locali sembra che si voglia continuare a costruire abitazioni in ogni lembo di terreno rimasto libero e, addirittura creando nuove superfici con l’operazione di tombamento della ferrovia. L’area Amore, dove dovrebbe sorgere una piccola Corviale, persino 1660 metri quadri di terreno della Cantina sperimentale dovrebbero ospitare edifici con cubature enormi, per non parlare di altre lottizzazioni.
L’uso del condizionale è obbligatorio, ma, in attesa di avere le documentazioni necessarie per fare un’analisi approfondita e puntuale del futuro assalto al territorio ci chiediamo: a chi serve altro cemento, data la più che sufficiente offerta delle abitazioni esistenti? Forse a mettere in sicurezza denaro? E’ possibile andare avanti senza una visione globale di insieme, muovendosi all’interno della logica del bene comune, delle esigenze reali della popolazione e non della salvaguardia dell’interesse di pochi? Torneremo sull’argomento nella convinzione che è possibile ancora fermare “le mani sulla città”.

La Spinosa
28 novembre 2012

mercoledì 7 novembre 2012

Velletri, una colata di cemento


Palazzi in mezzo alla campagna, complessi residenziali devastanti: questo è l’assetto attuale della città di Velletri, a ridosso del Centro storico e nella prima periferia, in attesa di un ulteriore prepotente consumo di territorio.
Il progetto che riguarda l’area dell’ex Coprovi prevede la costruzione di 55.000 mc, ben oltre i 44.000 previsti dal Piano regolatore generale: e questo risultato sarebbe stato ottenuto sommando due tipi di intervento urbanistico, cioè le misure previste dal Piano Casa della Regione Lazio – che, peraltro, è stato impugnato dal Governo – e l’accordo di programma. Un’operazione a dir poco illegittima, dato che non è possibile applicare contemporaneamente due provvedimenti in deroga. Ma non è tutto: in area Carbonara si prevede la costruzione di una piccola Corviale (parliamo di aperta campagna) e un’altra lottizzazione è prevista a Paganico.
Ci si chiede con preoccupazione a chi sono destinate tutte queste case, dato l’enorme numero di case in vendita nei nuovi complessi residenziali e c’è da chiedersi pure a chi servano i locali commerciali: si assiste giornalmente alla chiusura di esercizi nel centro storico, nella centralissima via Gramsci c’è un intero marciapiede con tutte le serrande abbassate. Una espansione edilizia, insomma, prepotente e ingiustificata, che si colloca in un territorio, quello veliterno devastato dall’abusivismo.
Un recente documento dell’Ordine degli architetti invitava le amministrazioni a dirigere le risorse nel recupero dei centri abitati e nella messa in sicurezza del territorio: un appello forte da parte dei professionisti del settore che mira a fermare il consumo del territorio e a risparmiare i disastri ambientali provocati dai sempre più frequenti eventi climatici disastrosi.
Sono temi che richiedono un’attenzione forte e puntuale. E’ per questo che la Rete dei Beni Comuni di Velletri Raffaele Marchetti organizza per venerdì 16 novembre alle ore 17,30 un incontro con Paolo Berdini, urbanista, autore di importati studi sull’abusivismo e il consumo di territorio e Fabrizio Pistolesi, Presidente della Federazione dell’Ordine degli Architetti del Lazio. Modera l'incontro Roberta Bisini.
Amministratori, cittadini, addetti ai lavori sono invitati a partecipare.

Rete Beni Comuni Raffaele Marchetti
Velletri 6 novembre 2012 

mercoledì 31 ottobre 2012

Quale Territorio


La Rete dei Beni Comuni di Velletri organizza per venerdì 16 novembre un incontro sui temi del consumo di territorio, dell’abusivismo edilizio, dello scempio del paesaggio. Temi caldi nel territorio castellano e particolarmente drammatici a Velletri, dove è prevista un’ampia cementificazione assolutamente inutile e dannosa: inutile perché nella città sono presenti oltre 24.000 unità abitative, capaci di soddisfare un fabbisogno di oltre 70.000 abitanti – attualmente siamo a 54.000 – dannosa perché si aggiunge al disastro provocato dall’abusivismo edilizio in proporzioni spaventose.
Relatori saranno l’ingegnere Paolo Berdini, urbanista, membro del Consiglio Nazionale del WWF, autore di importanti pubblicazioni sul tema e l’architetto Fabrizio Pistolesi, Presidente della Federazione dell’Ordine degli Architetti del Lazio e docente di urbanistica alla scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno.
L’appuntamento è nella sala di Velletri a 5 Stelle, Via Lata (dietro il benzinaio) alle ore 17,30 di venerdì 16 novembre.
Rete dei Beni comuni Raffaele Marchetti

venerdì 26 ottobre 2012

Per la Legalità, contro ogni abuso edilizio


Le associazioni La Spinosa per l'Ambiente, Acqua Pubblica Velletri e Velletri a 5 Stelle, puntualizzano la loro posizione riguardo all'abusivismo e non fanno differenze tra nuova e vecchia Amministrazione Comunale

E' di queste ultimi giorni la notizia che la Regione Lazio avrebbe intimato al Comune di Velletri la sospensione per i lavori relativi ad un palazzo che non possiede i requisiti di edificabilità. Ovviamente come Rete dei Beni Comuni non possiamo che essere in accordo con un intervento che ristabilisce la regolarità e la legalità ad una edificazione fuori norma e, se la legge lo prevede, per il suo abbattimento. Non possiamo però aderire ad una manifestazione indetta da chi fino a ieri ha giustificato e fiancheggiato un abusivismo edilizio diffuso etichettandolo "di necessità" ed ora si erge a paladino del Territorio solamente per meri motivi politico elettorali. Non dimentichiamo neanche da chi è arrivato il PRG da noi sempre criticato e che consideriamo una vera e propria distruzione dell'elemento peculiare di Velletri e cioè la sua vocazione agricola e turistica in un luogo unico ed inserito all'interno di un Parco Regionale. Medesima cosa possiamo dire di chi il Piano Regolatore lo ha attuato senza apportarne modifica se non in senso negativo, aumentandone a dismisura la cubatura attraverso assurdi accordi di programma. Continuiamo la nostra lotta contro il cemento che sta snaturando Velletri facendo perdere nell'oblio le sue Tradizioni più vere e profonde. La Terra non vi vende, il denaro non si mangia.

RETE DEI BENI COMUNI "RAFFAELE MARCHETTI"

martedì 2 ottobre 2012

Il grande bluff della raccolta differenziata


Era prevista nel programma dell’Amministrazione di governo della città di Velletri: annunciata di mese in mese, e sempre rinviata, finalmente a giugno di questo anno 2012 era stata annunciata nel corso di una conferenza all’Istituto sperimentale per l’Enologia. Presenti il sindaco, l’assessore all’ambiente, il presidente della Volsca, tra complimenti reciproci e autoesaltazioni, era stata presentata una campagna di informazione capillare e l’inizio del servizio vero e proprio in un quadrante della città, comprendente parte del centro abitato e una vasta zona di campagna.
Sembrava, quindi, iniziare un percorso virtuoso per la raccolta dei rifiuti, tendente ad abbassare in modo consistente il conferimento in discarica, a riciclare vetro, carta, plastica, rifiuti organici, con l’avvio di una raccolta porta a porta.
Un percorso, peraltro obbligatorio, dato che l’Unione Europea richiede il raggiungimento della quota del 65% di raccolta differenziata entro il 2012.
Già da tempo sono arrivate a La Spinosa segnalazioni di cittadini infuriati: sono stati tolti i cassonetti per a raccolta indifferenziata, ma non sono stati avvisati in nessun modo gli stessi dei tempi di raccolta, né dotati dei kit necessari; alcuni nostri volenterosi soci sono andati a ritirare i kit presso l’isola ecologica, ma nessuno è passato a ritirare il materiale, con la conseguenza che gli stessi sono costretti a buttare i rifiuti nei cassonetti ancora esistenti in campagna o in città.
E’ evidente che abituare gli utenti alla pratica virtuosa della differenziata non è semplice: ci sono resistenze dovute alla scarsa consapevolezza della necessità del riciclo, malgrado siano evidenti a tutti i danni provocati dall’esistenza delle discariche che costituiscono un pericolo per la salute e per l’ambiente. E va pure detto che il fatto che la popolazione di Velletri abiti prevalentemente in campagna, in un territorio molto vasto, composto da strade e stradine (risultato di un’espansione urbanistica non controllata del territorio e prodotto dell’abusivismo più sfrenato), complica le cose. Non a caso, infatti, dalle informazioni che abbiamo, sembra che la raccolta funzioni in modo adeguato all’interno della città, nella zona 167.
Ma quello che è successo e che succede in campagna, produce solo il risultato aberrante del rifiuto da parte dei cittadini, anche di quelli più consapevoli e sensibili ai problemi dell’ambiente, a praticare la raccolta differenziata: un sentimento di rabbia da parte di persone che si sentono prese in giro in quanto si trovano in una evidente condizione di disagio.
L’inadeguatezza delle istituzioni appare del tutto evidente: per governare certi processi è necessario avere una profonda cultura ambientalista: basterebbe seguire quello che accade in Comuni virtuosi, che riescono in poco tempo ad aumentare il livello della raccolta fino al 70%, per non parlare di realtà, presenti soprattutto al Nord, che arrivano alla quasi totale eliminazione del rifiuto indifferenziato. Ma bisogna crederci, informarsi, seguire le altre realtà, confrontarsi con le altre esperienze, copiare, prendere esempio, avere insomma le capacità e l’umiltà di avviare un processo culturale che convinca i cittadini che è necessario per sé, per i propri figli e nipoti, per il futuro, insomma, del pianeta. Rifiuti zero è un obiettivo che rimane ancora molto lontano per la nostra città.


La Spinosa per l’Ambiente

2 ottobre 2012

martedì 25 settembre 2012

Segnalare i bracconieri


"Riparte la stagione della caccia e l'Ente Parco dei Castelli Romani ricorda che all'interno dei propri confini tale pratica è vietata e sanzionata a norma di legge.
Un'affermazione ovvia, ma che continua a rendersi necessaria in risposta a notizie fuorvianti che, in concomitanza con l'avvio della stagione venatoria, immancabilmente trovano spazio su alcuni mezzi di informazione."
Questo parte del comunicato emanato dal Parco dei Castelli Romani. E' evidente l'allusione ai giornalucoli che appoggiano palesemente la pratica del bracconaggio, attività punita dalla legge e che purtroppo porta spesso tragedie e lutti anche nei nostri territori.
Non dimentichiamo inoltre quella definizione mai più appropriata dettata dagli investigatori del Corpo Forestale dello Stato che, stilando un profilo psicologico degli incendiari, definiscono tra i possibili autori il "reazionario rurale" tra i quali risulta anche la figura del cacciatore di frodo.
Invitiamo chiunque passeggi in questi periodi nei nostri boschi di prestare la massima attenzione e di segnalare se il caso, ogni presenza di cacciatori fuori legge.

La Spinosa non è andata in ferie


Proprio così, anche questa estate la nostra associazione non è andata in vacanza ed ha continuato ad essere presente sul territorio per cercare di difenderlo dando il suo piccolo contributo.
Già ci siamo espressi più volte in merito agli incendi appiccati il 18 luglio scorso sul Monte Artemisio. A quanto già scritto ci sembra giusto informare i cittadini che La Spinosa ha inviato a mezzo fax alla Procura della Repubblica di Velletri ed al Corpo Forestale dello Stato copia dell'articolo firmato da alcuni rappresentanti di associazioni venatorie. Lette le loro affermazioni ci è sembrato doveroso inoltrare lo scritto: le informazioni in loro possesso saranno di certo utili alle indagini qualora risultino vere, in caso contrario dimostrerebbero una volta di più di che pasta siano fatti.
Come tradizione vuole il Comune di Velletri ha fatto coincidere le osservazioni sul progetto dell'area ex Coprovi  a ridosso di ferragosto (in altri anni e con altre giunte è capitato la medesima cosa ... magari tra Natale e Capodanno). Nonostante ciò siamo riusciti a presentare le nostre note, cercando così di arginare l'ennesima colata di cemento. Purtroppo non finisce qui e La Spinosa si sta già preparando all'ennesima opposizione ad un altro scempio che aumenta sempre le cubature attraverso l'ennesimo accordo di programma.
Quando capiranno che il denaro non si può mangiare ?

martedì 24 luglio 2012

Basta agli incendi sul Monte Artemisio !


Rabbia, amarezza ed impotenza: forse questi sono stati i sentimenti più condivisi da coloro che domenica mattina hanno partecipato al presidio organizzato da La Spinosa per l'Ambiente sul Monte Artemisio, in seguito agli eventi incendiari di mercoledì sera. Allo stesso tempo, però, vivere e passeggiare nel parco ci ha resi, ancora una volta, orgogliosi del patrimonio ambientale e culturale che la nostra montagna ci offre.
Domenica mattina chi ama il Monte Artemisio si è incontrato lì per affermare, ancora una volta, che il Parco non si tocca, che il Monte Artemisio non si tocca! Un evento spiacevole ha portato diverse decine di persone a riunirsi alla Fonte del Marcaccio, dove è stato annunciato il documento, firmato da molte associazioni locali, che verrà presentato ai comuni di Velletri e di Lariano. Con questo si intende chiedere l'apposizione di sbarre atte ad impedire l'accesso agli autoveicoli nel territorio del parco e si da la disponibilità ad effettuare dei turni di sorveglianza nello stesso, oltre ad invitare la cittadinanza stessa a vivere di più il parco. In seguito, si è passeggiato, costeggiando, in parte, l'area toccata dagli incendi di mercoledì; è stato, quindi, avvistato di nuovo del fuoco, repentinamente segnalato al servizio competente.
Chi può aver voluto distruggere, bruciandola, la nostra montagna? E perché? Non si può non ammettere che quel fuoco sia stato di natura dolosa: troppo organizzato e sistematico, con almeno cinque focolai, apparsi più o meno contemporaneamente, a straziare e distruggere decine di ettari di bosco. Il Parco dei Castelli Romani ha, da sempre, a Velletri, molti nemici: dall'abusivismo edilizio, al bracconaggio, all'interesse delle varie amministrazioni a valorizzare, o meno, la maggior parte delle volte, tale risorsa. Vivere e difendere il nostro territorio è una missione che ribadiamo ancora una volta, perché il fuoco ha addolorato la montagna, ma anche noi cittadini: nessuno tocchi l'Artemisio, nessuno tocchi il Parco!

lunedì 23 luglio 2012

Chiudiamo le strade sterrate del M. Artemisio !


Qui di seguito il testo che verrà inviato alle Amministrazioni Comunali di Velletri e Lariano già sottoscritto da 13 Associazioni.
                                                                                  
                                                                                   Al Sindaco del
Comune di Velletri

All’Assessore all’Ambiente del
Comune di Velletri

p.c. Al Presidente del Consiglio
Comunale di Velletri

p.c. Ai Consiglieri Comunali del
Comune di Velletri

Al Sindaco del
Comune di Lariano

All’Assessore all’Ambiente del
Comune di Lariano

p.c. Al Presidente del Consiglio
Comunale di Lariano

p.c. Ai Consiglieri Comunali del
Comune di Lariano


Velletri, 19 luglio 2012


Oggetto: Incendi sul Monte Artemisio

            In seguito agli eventi di incendi dolosi avvenuti la sera del 18 luglio scorso che hanno portato alla distruzione di decine di ettari di bosco, le sottoscritte associazioni richiedono l’immediata apposizione di sbarre atte ad impedire l’accesso agli autoveicoli su tutte le strade sterrate del Monte Artemisio. In un secondo momento, nell’ambito del controllo dell’area boscata, si può valutare la fattibilità di un controllo remoto dell’area attraverso telecamere ad infrarossi sensibili al calore.

            I volontari aderenti alle stesse Associazioni si rendono disponibili ad effettuare delle turnazioni di controllo del territorio boscato come fu fatto gli anni precedenti dal M.A.I.A..

            Rimanendo a disposizione per un eventuale incontro ove poter meglio organizzare e gestire tale emergenza, inviamo cordiali saluti.


Rete Beni Comuni “Raffaele Marchetti”
La Spinosa per l’Ambiente
Comitato Acqua Pubblica Velletri
Ass. Velletri a 5 Stelle
Presidio Artemisio Libero
AssNe ConFusione Lariano
Scout Cngei - Sezione di Velletri
Cantiere Ecologia
Reseda
EcoIstituto
Italia Nostra Castelli Romani
Agesci Velletri 1°
C.A.I. S.Sezione di Velletri

domenica 17 giugno 2012

P.R.G. ed Ex Co.Pro.Vi.: COSA CI DANNO A BERE ?


Sovradimensionato, a macchia di leopardo, lacunoso verso i nuclei abusivi, mancante dei piani particolareggiati e con enormi mancanze strutturali. Ecco come abbiamo sempre definito il Piano Regolatore di Velletri. A tutto ciò è da aggiungere un elemento basilare ed importante dal quale non si può prescindere per una aumento demografico indotto: l’acqua.
Buona parte del Centro Storico riceve e non tutti i gioni, solo 2-3 ore di acqua per non parlare delle Contrade che in estate rimangono a secco anche per settimane. Questa la situazione dell’approvvigionamento idrico …
Tutto ciò è relativo agli attuali abitanti della nostra città, il futuro aumento degli stessi creerà ulteriori e sempre più gravi disagi anche a discapito della situazione sanitaria. Un piccolo aiuto potrebbe venire da un uso più razionale della stessa, dal controllo dei pozzi che vanno a pescare in falda, dalla raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana per irrigazione ed uso domestico di acqua non potabile.
Medesima emergenza si riscontra per quanto riguarda la viabilità ed il traffico. Nessun monitoraggio dell’aria è stato effettuato negli ultimi anni a Velletri e quello delle polveri sottili non è stato mai fatto. Partendo dalla mancanza di un dato basilare riguardo alla salvaguardia della salute dei cittadini e alla gestione della viabilità, ricordiamo qui di seguito quali sono gli effetti degli inquinanti sulla salute umana:
·        Monossido di carbonio, (CO): Gli effetti negativi del monossido di carbonio sulla salute umana sono legati alla capacità del CO di unirsi all'emoglobina del sangue formando la carbossiemoglobina (COHb). Idanni arrecati dal COHb alla salute umana sono legati essenzialmente agli effetti sul sistema cardiovascolare e sul sistema nervoso;
·        PM10: il PM10 interessa principalmente l'apparato respiratorio e cardiocircolatorio, il PM10 tende a depositarsi nelle vie respiratorie e va ad interessare varie parti del sistema respiratorio in base alla propria dimensione, infatti il PM10 (particelle con diametro minore a 10 micron) tendono a depositarsi nella parte superiore (faringe) mentre con diametri inferiori le polveri tendono a depositarsi sempre più in profondità fino a raggiungere anche le pareti alveolari (PM0,65) ,queste polveri possono comportare l'insorgenza di tumori e di disturbi vari;
·        Benzo(a) Pirene B(a) P è una sostanza classificata da vari enti e associazioni internazionali come cancerogeno o sospetto cancerogeno;
·        Ozono l'ozono ha effetti a carico del sistema respiratorio tra cuialterazioni irritative delle prime vie aeree e dei polmoni, cefalea e lacrimazione, dolori toracici, faringiti, bronchiti ed altri disturbi minori;
·        Ossidi di azoto interessano sempre l'apparato respiratorio,causano effetti acuti come infiammazione delle mucose, diminuzione delle funzionalità respiratoria ed edema polmonare; come effetti cronici può provocare alterazioni polmonari a livello cellulare, ed aumento della suscettibilità alle infezioni batteriche;
·        Anidride solforosa può provocare bronchiti, tracheiti, spasmi bronchiali,difficoltà respiratoria, asma ed enfisema;
·        Benzene è stato classificato dalla IARC come sostanza cancerogena per l'uomo di classe I in grado di produrre varie forme di leucemia;
·        Metalli in particolare da metalli pesanti come cadmio, mercurio, cromo e piombo sono quelli maggiormente tossici che a seguito di accumulo possono causare danni ai reni, al sistema nervoso, sistema immunitario azoto e anche in alcuni casi effetti cancerogeni.
I piccoli accorgimenti adottati come le rotatorie, qualche doppio senso in più e l’enorme parcheggio tra Via Regina Margherita e Via Antonio Gramsci (ex Villa Nicoletti) non hanno portato benefici al traffico del Centro e della Circonvallazione costantemente ingolfati nelle ore di punta. Anche l’utilizzo dei bus navetta, da noi sempre appoggiato per il momento non ha portato molti vantaggi, segno evidente che è uno strumento zoppo senza un adeguato sistema di aree di scambio esterne alla città. Uno studio approfondito della viabilità è indispensabile ed altrettanto indispensabile è il coraggio dell’adozione di misure senza dubbio non gradite ma indispensabili alla vivibilità della città. Sicuramente la chiusura del primo tratto del Corso della Repubblica è un timido buon inizio ma che non può essere sufficiente alla soluzione dei problemi.
L’ulteriore aumento delle cubature del PRG attraverso Accordi di Programma o Piano Casa non fa che aumentare a dismisura tutte queste emergenze il tutto a discapito di un Territorio ormai saturo e dei suoi Cittadini che vivranno in una città con poca acqua al limite della potabilità e con aria avvelenata …. Insomma una città invivibile !
Rete Beni Comuni "Raffaele Marchetti"

venerdì 8 giugno 2012

Ex Co.Pro.Vi.: l'Ambientalismo non fa sconti a nessuno !


Nel precedente comunicato abbiamo dimostrato come l’attuale PRG sia sovradimensionato rispetto alle attuali esigenze abitative e di sviluppo commerciale. Prendendo infatti in analisi la proiezione che il Piano faceva al 2010 (ben 74.349 abitanti !) contro gli attuali (53.000 circa), arriviamo ad una stima maggiorata del 40%. Il tutto lo dobbiamo quindi trasformare in metri cubi di cemento e possiamo perciò affermare che il Piano Regolatore approvato ha circa il 40% di metri cubi di cemento in più. Nel merito dei calcoli, ripetendo che Piano Casa e Accordo di Programma sono due misure urbanistiche di carattere straordinario ed in virtù di tale loro straordinarietà non si possono in alcun modo sommare tra loro, dobbiamo andare a leggere le cifre e vedere se qualcuno ha dato i numeri sbagliati. Consideriamo valida l’ipotesi di adottare il cosiddetto Piano Casa. Tale misura si applicherebbe solo sulla volumetria esistente e non su quella virtuale ovvero sui 27.073 mc attuali che, aumentati del 75% arriverebbero a 47.378 mc. Nel caso invece di applicazione del PRG i metri cubi a disposizione sarebbero leggermente inferiori ovvero 44.573 ma aumentabili con l’accordo di programma fino a 55.178 mc. Il cosiddetto “OBIETTIVO NON TRASCURABILE” sbandierato da S.E.L. di aver sventato un ulteriore aumento di cubatura fino ad arrivare a 76.000 metri cubi è perciò evidentemente errato. A tutto ciò, rimanendo sempre nel merito delle cifre e dell’urbanistica, dobbiamo considerare l’area che ha una superficie di 18.724 metri quadrati insufficienti quindi agli attuali standard urbanistici. Il tombamento della ferrovia diventa quindi strumentale a tale esigenza aumentandone l’area a tutto beneficio perciò del privato. Anche in questo caso dietro le cifre inesatte si vuole nascondere altro ovvero la realizzazione dell’aumento della cubatura che, altrimenti, non potrebbe essere realizzata attraverso il famoso accordo di programma.
Oggi come ieri possiamo affermare che lo scellerato e distruttivo Piano Regolatore è stato proposto e fatto approvare dal centro destra e passivamente accettato dal centro sinistra.
Niente sconti e pregiudizi, né passeggiate con cattive compagnie dunque. Da La Spinosa e la Rete dei Beni Comuni “Raffaele Marchetti”, qualche numero giusto e l’impegno continuo di dare le esatte informazioni ai cittadini nella convinzione che lo sviluppo di Velletri non può e non deve essere solo nel cemento.
Rete Beni Comuni "Raffaele Marchetti"

sabato 2 giugno 2012

Dalla Rete dei Beni Comuni Raffaele Marchetti, una nota sull'Ex Co.Pro.Vi


E’ stato ripetuto più volte in vari incontri e convegni sull’edilizia e sull’urbanistica di Velletri che il Piano Regolatore vigente è stato sovradimensionato rispetto agli effettivi bisogni residenziali e commerciali  della città. Le previsioni di incremento demografico sono evidentemente errate. Alcuni numeri per comprendere: in esso si presumeva una popolazione di 74.349 abitanti totali al 2010 a fronte dei poco più di 53.000 residenti attuali. E’ stata calcolata una capacità residenziale all'interno dei nuclei abusivi di 12.273 abitanti e tale dato fu usato nel dimensionamento del piano. In realtà l'abusivismo era ed è ben più rilevante. Con riferimento alla base cartografica del 2001 vennero perimetrati 251 nuclei (gruppi di case) abusivi, di cui poi soltanto 123 inseriti nella variante e rilevati 7.319.765 metri cubi per la sola destinazione residenziale pari a circa 73.198 abitanti in essi insediabili. Il fatto poi che Velletri venga citata nei recenti libri ed articoli, sulla stampa nazionale, come esempio negativo per la presenza di circa 4.000 immobili fantasma (da aggiungere perciò ai nuclei abusivi censiti), nascosti al catasto e al fisco, fa capire che il problema, non solo è stato sottostimato, ma è ancora in atto e lungi dall'essere risolto;
Il caso dell’area ex Coprovi  non fa certo eccezione, visto che dagli esistenti 27.000 metri cubi si è passati,  ai circa 44.500 già munificamente elargiti dalla variante voluta dalla vecchia amministrazione di centro destra. Tutti ci aspettavamo che l’attuale amministrazione abbandonasse la politica dell’abusivismo edilizio e dei “palazzinari” e cominciasse ad operare per ridurre al massimo il consumo di suolo e per conservare per le generazioni future le ricchezze paesaggistiche ed ambientali di cui il nostro territorio è ancora ricco, nonostante lo scempio perpetrato dal dopoguerra ad oggi. Se solo si volessero vedere le foto a confronto che Umberto Savo ha più volte mostrate negli incontri da noi organizzati, ci si renderebbe conto di quanto migliore fosse la città prima dei danni  irreparabili  fatti dalla guerra e più ancora dalla ricostruzione.   Invece, ecco l’ennesimo regalo per ulteriori 11.000 metri cubi, non a beneficio dell’indotto formato dalle piccole imprese del territorio che ancora sopravvivono alla crisi, bensì a speculatori che vengono da fuori  non certo per fare gli interessi della città. Perché tutto ciò?  Si ripete che il paese è in dissesto, senza un euro per le opere pubbliche che tanto sarebbero necessarie e che la Regione, per farci dispetto, ci ha tagliato anche i fondi già promessi per il tombamento del tratto di ferrovia a cavallo fra il campo sportivo e l’area di intervento. E allora ecco l’invenzione! Io dò qualcosa a te, tu dai qualcosa a me. E non fa niente se con i pochi soldi che verranno introitati dalle casse comunali si renderà invivibile un pezzo di città già disorganico a causa del traffico e della mancanza assoluta di serviziQualcuno si è più preoccupato di effettuare il monitoraggio dell’aria in quel punto o, più in generale nel Comune di Velletri? E’ un analisi che manca da anni e che, a nostro avviso  dovrebbe precedere qualsiasi piano di urbanizzazione. Però l’importante è ora dare un immagine di efficienza perché si teme che quello che si è fatto in questi quattro anni non sia sufficiente a ripresentarsi dignitosamente a un elettorato sempre più deluso e arrabbiato, visto anche qualche “piccolo” conflitto di interesse che ha portato alle dimissioni dell’assessore ai lavori pubblici, che finalmente potrà dedicarsi a pieno alla realizzazione dei fabbricati per cui ha ottenuto, nel frattempo, circa una trentina di concessioni.
Ci hanno anche convinto che con il Piano Casa di Ciocchetti avrebbero potuto realizzare molto di più di quello che viene concesso con l’accordo di programma e quindi, perché non ottenere almeno il “giusto risarcimento” di tre milioni di euro a favore della città? E perché non dirci anche che Cristo è morto di freddo?  Se così fosse sarebbe da stare molto attenti a quell’imprenditore che, potendo realizzare di più in maniera legittima, paga tre milioni di euro per realizzare di meno, potrebbero arruolarlo al “Fate bene fratelli”. Peraltro c’è da sottolineare che Piano Casa e Accordo di Programma: sono due misure urbanistiche di carattere straordinario che non possono essere in alcun modo cumulabili tra loro!
Speriamo di riuscire, con la mobilitazione di tutti ad evitare questa ulteriore ferita alla città, come riuscimmo a fare per la “proposta indecente” dell’ex carcere di qualche anno fa, perché restiamo convinti che con un po’ di buon senso e con la partecipazione delle nostre piccole imprese edili e artigiane, se non più costrette all’abusivismo,  potremo tirar fuori Velletri dall’immobilismo in cui versa riprogettando una città a dimensione umana, con un centro storico finalmente pedonalizzato e con la riqualificazione dell’esistente, prima di realizzare un solo metro cubo in più dello strettamente necessario.
Rete dei Beni Comuni Raffaele Marchetti

mercoledì 2 maggio 2012

Ex Coprovi: il peggio non è morto mai.

Avevamo già detto poche settimane dopo l'insediamento della nuova
giunta comunale che, dal punto di vista della tutela del Territorio,
non vi era alcuna differenza con la precedente. Ebbene ci dobbiamo
ricredere: sono peggio !
E' di pochi giorni fa infatti la votazione in Consiglio Comunale
sull'area ex Coprovi dove già il centro destra aveva dato il "meglio"
di sè facendo passare attraverso il PRG, un volume enorme di
edificazione commerciale-direzionale ed abitativo (circa 43.000
metricubi); ora, attraverso l'escamotage dell'accordo di programma, e
grazie al Piano Casa (legge partorita dal governo Berlusconi e
avallata dalla giunta Polverini) i metri cubi di cemento armato sono
diventati 56.000 ... Più del 30% di incremento.
Insomma, il centro sinistra locale raccoglie a piene mani una eredità
catastrofica edificatoria legata a vari livelli da governi del centro
destra e, non contenta, ne aumenta i volumi. Agli elettori del centro
sinistra lasciamo le dovute valutazioni in merito a tale comportamento
che nulla ha a che fare con la tutela dell'ambiente da loro
sbandierata durante la campagna elettorale; alle associazioni
scriventi l'obbligo di denunciare tale aggressione al territorio. Una
pressione che non può essere più sopportata a livello ambientale ad
iniziare proprio da quella crisi idrica che insiste soprattutto
sull'area di Velletri. A tutto ciò dobbiamo ricordare che il PRG
varato, si basa su una evidente sovrastima dell'incremento abitativo,
calcolo errato dovuto ad una differenza nelle risposte dei censimenti
precedenti la variante al Piano, dato evidenziato all'epoca nelle
nostre "Osservazioni". Risultano ancora non risolti i problemi
relativi alla viabilità già critica ora nell'area, si
immagini con un incremento di tale centro commerciale ed abitativo.
Relativamente alla società appaltatrice è stato evidenziato proprio da
noi la anomalia relativa alle scatole cinesi ed ai bilanci poco
rassicuranti. In ultimo evidenziamo la battuta di Ladaga che,
rivolgendosi agli esponenti della sinistra, gli ha dato il benvenuto
tra i "palazzinari". Purtroppo, più che una battuta, ci sembra una
tristissima realtà !
La Spinosa per l'Ambiente - Velletri a 5 Stelle