martedì 2 ottobre 2012

Il grande bluff della raccolta differenziata


Era prevista nel programma dell’Amministrazione di governo della città di Velletri: annunciata di mese in mese, e sempre rinviata, finalmente a giugno di questo anno 2012 era stata annunciata nel corso di una conferenza all’Istituto sperimentale per l’Enologia. Presenti il sindaco, l’assessore all’ambiente, il presidente della Volsca, tra complimenti reciproci e autoesaltazioni, era stata presentata una campagna di informazione capillare e l’inizio del servizio vero e proprio in un quadrante della città, comprendente parte del centro abitato e una vasta zona di campagna.
Sembrava, quindi, iniziare un percorso virtuoso per la raccolta dei rifiuti, tendente ad abbassare in modo consistente il conferimento in discarica, a riciclare vetro, carta, plastica, rifiuti organici, con l’avvio di una raccolta porta a porta.
Un percorso, peraltro obbligatorio, dato che l’Unione Europea richiede il raggiungimento della quota del 65% di raccolta differenziata entro il 2012.
Già da tempo sono arrivate a La Spinosa segnalazioni di cittadini infuriati: sono stati tolti i cassonetti per a raccolta indifferenziata, ma non sono stati avvisati in nessun modo gli stessi dei tempi di raccolta, né dotati dei kit necessari; alcuni nostri volenterosi soci sono andati a ritirare i kit presso l’isola ecologica, ma nessuno è passato a ritirare il materiale, con la conseguenza che gli stessi sono costretti a buttare i rifiuti nei cassonetti ancora esistenti in campagna o in città.
E’ evidente che abituare gli utenti alla pratica virtuosa della differenziata non è semplice: ci sono resistenze dovute alla scarsa consapevolezza della necessità del riciclo, malgrado siano evidenti a tutti i danni provocati dall’esistenza delle discariche che costituiscono un pericolo per la salute e per l’ambiente. E va pure detto che il fatto che la popolazione di Velletri abiti prevalentemente in campagna, in un territorio molto vasto, composto da strade e stradine (risultato di un’espansione urbanistica non controllata del territorio e prodotto dell’abusivismo più sfrenato), complica le cose. Non a caso, infatti, dalle informazioni che abbiamo, sembra che la raccolta funzioni in modo adeguato all’interno della città, nella zona 167.
Ma quello che è successo e che succede in campagna, produce solo il risultato aberrante del rifiuto da parte dei cittadini, anche di quelli più consapevoli e sensibili ai problemi dell’ambiente, a praticare la raccolta differenziata: un sentimento di rabbia da parte di persone che si sentono prese in giro in quanto si trovano in una evidente condizione di disagio.
L’inadeguatezza delle istituzioni appare del tutto evidente: per governare certi processi è necessario avere una profonda cultura ambientalista: basterebbe seguire quello che accade in Comuni virtuosi, che riescono in poco tempo ad aumentare il livello della raccolta fino al 70%, per non parlare di realtà, presenti soprattutto al Nord, che arrivano alla quasi totale eliminazione del rifiuto indifferenziato. Ma bisogna crederci, informarsi, seguire le altre realtà, confrontarsi con le altre esperienze, copiare, prendere esempio, avere insomma le capacità e l’umiltà di avviare un processo culturale che convinca i cittadini che è necessario per sé, per i propri figli e nipoti, per il futuro, insomma, del pianeta. Rifiuti zero è un obiettivo che rimane ancora molto lontano per la nostra città.


La Spinosa per l’Ambiente

2 ottobre 2012

Nessun commento: